Martina

giovedì, luglio 27, 2006

delirio al tabacco

Prima o poi bisogna fare i conti con le proprie debolezze, e io ne ho poche, ma incancellabili. Il fumo (delle sigarette, s'intende) è uno dei miei vizi...Ormai l'unico, inestirpabile che mi sia rimasto.
Sì, perchè la sigaretta è per me un piacere fisico: il contatto con essa è aggrapparmi all'idea che non sono perfetta, che non sono forte, che non lo sarò mai, e che tirando boccate di catrame mi sento meglio.
Non potrei scrivere senza accendere prima una sigaretta, anzi, aspirarne un po' prima di formulare una frase è una specie di rito. Non tollero gli uomini che non mi permettono di fumare, non riesco ad accettare il loro diniego rispetto ad una misera fumata nella loro auto, come se poi, impregnandosi di tabacco, finisse profanata .
Non ammetto il caffè senza la liturgia della sigaretta "dopo":sarebbe contro natura per me.Neanche il mare è lo stesso senza il sapore del fumo. Il placido scorrere dell'acqua, il sentore di iodio e l'aria tersa del cielo estivo, perdono fascino se prive del gusto di qualche tiro di paglia...I pensieri di amore o dolore, nella mia vita, sono sempre stati seguiti o preceduti dalle sigarette...Certe stanze non avrebbero senso senza quel vago, ma persistente tanfo di fumo.
Nulla di ciò che rimane intonso e asettico mi abbaglia quanto l'amara percezione di una debolezza, un cedimento. E' come dire :"sono così, ne sono consapevole, e allora?"...Fumare è dichiarare il proprio sentimento di finitudine, è una specie di bandiera di umanità, quasi di umiltà!
Aveva ragione Sartre: "IL VIZIO é AMORE DELLA SCONFITTA"

2 Comments:

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    By Anonymous Anonimo, at 7:44 AM  

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    By Anonymous Anonimo, at 1:15 PM  

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